Roma, 1951. Il piccolo Giancarlo aveva poco più di tre anni quando, nella ricorrenza della festa della befana, il padre, uno dei pochi sopravvissuti alla campagna di Russia, chitarrista autodidatta, e la madre, casalinga, decisero di regalargli uno strumento musicale. All'epoca era molto in voga la fisarmonica per cui la loro scelta cadde proprio su quello strumento. Gli comprarono infatti una “Cucciolo” ad 8 bassi di plastica con tanto di mini seggiolino pieghevole. Siccome Giancarlo era proprio minuscolo, i genitori, molto probabilmente per vederlo meglio, appoggiarono sopra il loro lettone matrimoniale una tavola di legno di quelle utilizzate dalle massaie per fare la pasta in casa e gli misero in braccio la fisarmonica aspettando con curiosità una sua reazione. Il piccolo appoggiò il dito indice della mano destra sulla tastiera e accennò le primissime note di “Luna rossa”, una canzone allora famosissima. I genitori, meravigliati ed increduli, gli dissero di ripeterla ancora e lui suonò nuovamente quelle prime note. Quel poco servì ai genitori per pensare di avere davanti un potenziale musicista e non li sfiorava minimamente l’idea che tutto poteva essere accaduto per una banalissima casualità. Appena ripresero le attività lavorative, subito dopo il periodo di festa, si misero in cerca di un insegnante di fisarmonica. Nella zona dove abitavano c’era un piccolo negozio di strumenti musicali, così il sig. Caporilli decise di andarci e trovò il proprietario che stava suonando una fisarmonica. Sembrava fosse proprio un segno del destino! Gli domandò se era disposto ad impartire lezioni di musica al suo bambino, ma dovette faticare molto per convincere il negoziante che, nonostante in un primo momento si dimostrò disposto a fare da maestro al piccolo Giancarlo, una volta venuto a conoscenza della giovanissima età del suo futuro allievo, suggerì al padre che sarebbe stato meglio aspettare qualche anno. Alla fine però il papà di Giancarlo riuscì ad avere la meglio, così, da quel momento, il piccolo Caporilli iniziò ad apprendere i primi rudimenti musicali frequentando le lezioni per due volte la settimana. Il Maestro, in circa due anni, era riuscito ad insegnare una buona dose di solfeggio al suo piccolo allievo insieme a varie nozioni di teoria musicale che Giancarlo dovette imparare a memoria, visto che ancora non sapeva leggere le lettere dell'alfabeto. Questo fece sì che il nostro piccolo fisarmonicista in prima elementare, benché non conoscesse ancora l’alfabeto, sapeva leggere la musica e solfeggiare con discreta disinvoltura. Purtroppo il Maestro Gino Carboni, così si chiamava il negoziante fisarmonicista, nel 1953 morì improvvisamente, così di nuovo i genitori dovettero mettersi alla ricerca di un insegnante e la scelta cadde sul Maestro Fernando Chierici. Questo Maestro però era docente di chitarra classica in conservatorio e la fisarmonica la conosceva poco , ma accettò comunque di trasferire le sue limitate conoscenze fisarmonicistiche al giovanissimo Giancarlo, tanto più dopo aver saputo che il papà di Caporilli si dilettava con la chitarra. Il Maestro Chierici, insegnante del poi divenuto famoso concertista Mario Gangi che fu per molti anni docente di chitarra classica a Roma nel Conservatorio di S. Cecilia, fu talmente onesto che, dopo un paio d’anni, consigliò al papà di Caporilli di cercare un insegnante di fisarmonica più preparato di lui. Sosteneva infatti che il bambino era molto portato per lo studio della musica ed in particolare per la fisarmonica. All'epoca a Roma c'erano due bravissimi e famosissimi insegnanti di fisarmonica che godevano di pari fama :il Maestro Silvio Aureli e il Maestro Modesto Ricchi. Per una questione logistica si decise di iscrivere il piccolo ai corsi di fisarmonica tenuti dal Maestro Aureli che dovette faticare un bel po' per forgiare il suo nuovo allievo non molto favorevolmente disposto, in verità, a fare sacrifici per lo studio. Riuscì ad allettare Giancarlo con la promessa che, se avesse imparato bene a suonare la fisarmonica, lo avrebbe inserito nella sua fisorchestra. Così arrivò il periodo delle prime esibizioni pubbliche per il nostro piccolo studente e, contemporaneamente, anche delle prime delusioni. Il 15 giugno 1955 infatti Caporilli fu scartato ad una audizione presso la RAI di Roma dove avrebbe potuto essere selezionato per partecipare ad una trasmissione. Il povero Giancarlo, al quale nessuno aveva detto che in quella trasmissione si doveva portare un brano di musica leggera, con grande entusiasmo suonò l’Intermezzo della cavalleria rusticana. Fu un grande successo e molti presenti si congratularono con lui , ma l’esito della prova fu: “Il provino è perfettamente riuscito ma il brano eseguito non corrisponde alle nostre esigenze, la ringraziamo per la partecipazione” !! La delusione di quel momento comunque non influì più di tanto né sul giovane fisarmonicista né sui suoi genitori. Continuarono infatti a farlo studiare con il Maestro Aureli che intanto, oltre alla fisarmonica, gli insegnava anche pianoforte, armonia e composizione. Molto presto si presentarono a Caporilli moltissime occasioni per suonare dinanzi ad un pubblico e la scelta dello strumento era a senso unico: ricadeva sempre e solo sulla fisarmonica, a discapito del più blasonato pianoforte. Molte volte gli spettacoli al quale egli partecipava avevano un cast composto da personaggi di grande calibro. Per citarne alcuni ricordiamo gli attori Enrico Luzi, Wanda Tettoni, Renato Turi, il grande Renato Rascel, il baritono Giuseppe Lauricella, il tenore Aldo Monaco , il presentatore Corrado Mantoni e tantissimi altri. Poi, a 14 anni, il sogno di Caporilli si avverava. Non solo infatti il Maestro Aureli lo inserì nella sua fisorchestra, all'epoca molto famosa in Italia, ma addirittura gli dava da studiare le partiture della “prima fisarmonica” per poi impiegarlo nella registrazione di alcuni dischi per conto della RCA Italiana con una serie di brani molto conosciuti e arrangiati sapientemente con il gusto inimitabile del Maestro. Elencare tutti gli eventi e tutte le manifestazioni alle quali Caporilli ha portato il suono della fisarmonica è un compito molto arduo e quindi non lo faremo, ma possiamo affermare, senza timore di commettere errori, che Giancarlo non ha mai disdegnato di suonare ogni genere musicale esistente davanti a spettatori amanti e non della fisarmonica ed è con la sola fisarmonica che ha accompagnato cantanti di ogni genere musicale. Come solista ha tenuto anche concerti “Su ordinazione”, nel senso che riusciva a far fronte alle richieste più specifiche girando l’Italia in lungo e in largo e suonando dalla più semplice canzonetta, suonata in contesti popolari, alla più impegnativa musica classica nei teatri e negli istituti musicali. Addirittura, dopo la scoperta delle prime fisarmoniche elettroniche, era diventato uno dei più richiesti fisarmonicisti in grado di eseguire musica sinfonica e, all’occorrenza, non esitava ad esibire un enorme repertorio di brani originali per fisarmonica di qualsiasi natura, prediligendo in modo particolare lo swing ed il jazz. Il percorso musicale di Giancarlo Caporilli è stato talmente lungo che ha avuto la grande fortuna di diventare collega ed amico dei suoi più grandi idoli: Wolmer Beltrami, Gervasio Marcosignori, Peppino Principe, Gigi Stok, Pino Di Modugno, tutti fisarmonicisti di fama indiscussa che hanno fatto la storia della fisarmonica non solo in Italia ma anche nel mondo. Chi poteva immaginare che il piccolo Caporilli un giorno avrebbe fatto non solo la loro conoscenza, ma si sarebbe trovato a suonare nella stessa manifestazione con questi grandi artisti ω E chi poteva immaginare che Wolmer avrebbe pubblicato il brano “Impressioni parigine” con tanto di dedica : "All’amico Giancarlo Caporilli, estroso fisarmonicista e Insegnante di grande competenza e originalità”, proprio Wolmer che spesso Caporilli, nello studiare i suoi brani così complicati, lo annoverava tra i fisarmonicisti compositori verso i quali nutriva i due sentimenti più ricorrenti : amore e odio ! Con molti di questi grandi musicisti, ma anche con tanti altri, Giancarlo si è poi spesso ritrovato a fare da esaminatore in vari concorsi sia per fisarmonica che per altri strumenti. Con altri, come Stok e Di Modugno ha anche avuto il privilegio di suonare in duo o in gruppo. Poteva il fisarmonicista Caporilli limitarsi solo alla pura esibizione come concertista anche se gratificazioni e premi non sono mai mancati ω No di certo ! Ecco allora la grande voglia di scrivere musica e iniziò con la musica leggera. Dopo essersi iscritto alla SIAE, scrisse parole e musica di molte canzoni, perfettamente sconosciute, mai pubblicate, ma che egli stesso amava inserire nel repertorio di alcune band formate con altri amici musicisti. (Allora magari il termine più usato era “complesso” o “gruppo”). Curava personalmente le orchestrazioni e gli arrangiamenti e suonando il pianoforte o le tastiere. Si esibivano nelle piazze d’Italia alternandosi, o meglio facendo da “spalla”, a gruppi e cantanti allora in voga: l’Equipe 84, Iva Zanicchi , Alunni del sole , Minni Minoprio e altri. Caporilli fu poi chiamato a dirigere l’orchestra “I pipistrelli” con il cantante Tony Dallara riscotendo grandi successi. Ma dopo un po', in seguito a varie vicissitudini negative, decise di abbandonare l’idea della canzonetta. Fra le prime motivazioni che spinsero Giancarlo a questa rinuncia vi fu l’offerta di scrivere una certa quantità di canzoni in collaborazione con un famoso paroliere che al momento andava per la maggiore sottoscrivendo però un contratto decennale che gli avrebbe consentito di guadagnare solo l’uno per cento. Un altro motivo fu un suo brano intitolato “Piccola se vuoi” che, dopo essere arrivato in finale al festival di Castrocaro in diretta Rai TV, riuscì a guadagnarsi soltanto un secondo posto. Queste delusioni, ma anche altre nell’intento di aprirsi onestamente un varco nel mondo della canzone, dettero a Caporilli l’input a cambiare il modus vivendi. Iniziò così a scrivere musica per fisarmonica che amava tanto e che non l’aveva mai tradito, ma più che altro gli aveva dato fino ad allora una discreta notorietà legata ad enormi gratificazioni. Molti sono i brani per fisarmonica fino ad oggi scritti da Giancarlo Caporilli. Molte importanti case editrici tra cui “BERBEN”, “PHYSA” ed ”ERIDANIA”, tanto per citarne qualcuna, editano volentieri le sue composizioni perché esse abbracciano diversi stili musicali che possono suscitare prima di tutto l'interesse di fisarmonicisti solisti e poi anche di orchestre di fisarmonica, duo di fisarmonica o arpa, fisarmonica e pianoforte. Molto spesso tali brani sono assegnati con obbligo in molti concorsi Nazionali ed Internazionali di fisarmonica, tra i quali il “Trofeo Wolmer Beltrami” che Caporilli stesso ha ideato e nel quale svolge la funzione di Direttore artistico. Da tanti anni Caporilli tiene concerti in Italia ed all’estero con la sola fisarmonica, senza l’ausilio di supporti elettronici. I suoi brani e quelli dei più importanti e illustri compositori fanno parte del suo repertorio che esegue rigorosamente a memoria. Il pubblico apprezza molto il suo modo di suonare e le sue composizioni. L’Inghilterra, l’Olanda, la Svizzera, la Scozia il Canada e naturalmente l'Italia, sono le nazioni dove tutti gli anni viene chiamato ad esibirsi come ospite d’onore in manifestazioni e festivals internazionali dove sono presenti i più famosi fisarmonicisti del mondo. |